Tutte le strade portano a Roma..e soprattutto alla magnifica cucina romana!
Quante volte l’abbiamo vista interprete nei vecchi film di Alberto Sordi o Aldo Fabrizi dove, nelle tipiche trattorie fuori città o in centro tra un rudere e una fontana, si poteva mangiare con poco piatti caratteristici della cucina romana: spaghetti alla carbonara, rigatoni con la pajata, abbacchio “scottadito”, carciofi alla giudia e così via fino ad arrivare ad una buonissima e profumatissima torta alla ricotta.
Queste antiche trattorie, ricche di tradizioni centenarie, spesso gestite a livello familiare che ne tramandano la conduzione di generazione in generazione, non sono solo un punto di riferimento caratteristico per turisti e non ma raccontano anche tutta la storia di Roma dalla sua nascita attraverso le varie contaminazioni culinarie che sono state introdotte nella “città eterna” nel corso dei secoli da ogni popolazione che si sia resa partecipe della vita stessa di Roma.
Il bello della cucina romana è che essenzialmente è composta da ingredienti poveri ma ricercati e racchiude in sé una serie di ingredienti anche “umani” che la rendono ricchissima e assolutamente al di sopra di qualsiasi cibo proveniente dai fast food o dal cibo di strada.
Infatti, quando si entra in una tipica trattoria romana si respira subito un clima unico e cordiale, molto alla mano, si sentono dei profumi semplici e penetranti che colpiscono immediatamente l’olfatto fino ad arrivare alla bocca, si vedono le persone vociferare simpaticamente ai tavoli, con i volti sorridenti e la bocca gustosamente piena mentre ci viene incontro un cameriere dall’aria sbruffoncella e la parlata tipicamente romanesca.
E, una volta seduti, tra un primo od un secondo o alla fine del pasto, non è raro che venga il titolare a chiederci se tutto sia stato di nostro gradimento, trovando anche lo spunto per raccontarci tutta la storia della sua trattoria, di come reperisce al mercato rionale ogni giorni i prodotti freschi, di come li scelga con cura dal contadino che ha il terreno proprio nella campagna romana, di come abbia un macellaio di fiducia che gli porta gli abbacchi (agnelli) presi da un pastore che conosce bene, di come il vino sia prodotto da un suo parente dei castelli, di come le fettuccine siano fatte a mano dalla moglie che le fa essiccare tutta la notte e di come il basilico del sugo provenga da delle pianticelle che coltiva direttamente sul suo balcone.
Insomma, ciò che emerge soprattutto è la facile reperibilità, spesso a km 0, degli ingredienti, un termine che oggi va molto di moda ma che le trattorie romane conoscono da tempo e da tempo ne fanno la base per creare piatti unici, saporiti, complessi.
In parole povere, in una trattoria romana, si ritrova tutto quel vero valore conviviale, così come lo intendevano i greci ed i romani, che passavano ore a banchettare con allegria, dimenticandosi quasi del tempo tra il piacere del palato e il piacere dello stare insieme, della condivisione allegra di un istante unico.
Nulla chiaramente a che vedere con i fast food! La prima differenza evidente: lo stare in piedi in attesa che qualcuno prenda il nostro ordine.
Nessuna cordialità all’entrata, siamo solo delle persone tra tante che in piedi il loro turno per poter mangiare.
Nessun profumino che ci colpisca le narici, se non un acre odore di olio fritto che purtroppo ha anche poco dell’olio in quanto, se mai vi capitasse di vedere quando lo inseriscono nelle friggitrici, è un liquido biancastro semi denso che fuoriesce da mega contenitori in pvc.
Nessuno che ci spiega che tipo di carne stiamo mangiando o da dove provengano le verdure e le stesse cotture devono anche rispettare dei tempi precisi che nessun cuoco cura, poiché un piccolo allarme sonoro avvisa quando tutto è cotto.
Insomma, in un fast food, bisogna solo essere veloci, ordinare velocemente, portarsi velocemente il cibo al tavolo prima che qualcun altro si sieda, mangiare velocemente per liberare il posto.
E lo stesso dicasi per il cibo da strada che cammina velocemente nel nostro stomaco insieme ai nostri pasti! Nessuna convivialità, solo la fretta, padrona dominatrice della nostra voglia di mangiare.
Nessun fast food ripagherà mai della bellezza e del piacere di concedersi una bella trattoria in centro di Roma, con qualche amico, magari in una notte stellata d’estate con il famoso vento ponentino che stempera l’aria calda, seduti accanto a delle bellezze eterne, gustando cibo eterno degli dei!